L’appuntamento anticipa le proiezioni dei film al Multisala Modena e al Supercinema Vittoria, inseriti nella programmazione cinematografica del 62° Trento Film Festival dal 26 aprile al 4 maggio.
“Orizzonti Vicini” La sezione organizzata in collaborazione con Trentino Film Commission e dedicata ai registi, ai film e alle storie del Trentino-Alto Adige, quest’anno comprende tra le anteprime “Medeas“, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2013, del regista Andrea Pallaoro, nato e cresciuto a Trento ma formatosi e attivo negli Stati Uniti, che farà anche parte della giuria internazionale della 62esima edizione. La proiezione per la prima volta in città di questo film, ribadisce il senso della sezione “Orizzonti vicini” del Trento Film Festival: non spazio confinato, ma occasione per stabilire quanti più contatti tra identità locale e territorio, e sguardi ed esperienze che li superano e arricchiscono. Quest’anno in particolar modo, la selezione racconta esperienze di viaggio e migrazione da e verso la regione: in “Una memoria di ferro” Tommaso Pasquini ricorda l’esodo verso le miniere della Lorena in Francia, mentre in “It Pays to Stay Sharp” dell’inglese Jon Spaull si evoca un’altra destinazione, l’Inghilterra dove alla fine del XIX secolo si trasferirono decine di arrotini originari di Carisolo, in provincia di Trento, creando aziende familiari oggi leader sul mercato. Il caso di Pallaoro ci insegna che a viaggiare sono anche i registi, per formarsi all’estero, come ha fatto l’altoatesino Ronny Trocker realizzando il sorprendente cortometraggio “Gli immacolati“, nell’ambito dei suoi studi alla scuola di cinema e arte Le Fresnoy, in Francia, e la norvegese Ane Helga Lykka, che invece ha scelto la scuola di cinema Zelig di Bolzano, dove ha prodotto il commovente documentario “Anderswo” sulla Casa della Solidarietà di Bressanone e i suoi ospiti. Dalla Zelig arriva un altro lavoro, “Fragmente | Alto fragile“, dedicato al conflitto causato dal legame con il proprio territorio, le sue abitudini e limiti, esplorati attraverso i versi del poeta altoatesino Norbert C. Kaser; non a caso il film di Ben Thum viene proiettato insieme a un lavoro diverso ma su temi simili: il progetto documentario “Sacrificio” di Riccardo Tamburini, sulla messa in scena dello spettacolo teatrale omonimo, tratto dal romanzo del trentino Giacomo Sartori, che tra i temi centrali ha l’identità e il disagio giovanile. Cento anni fa, tra le stesse montagne i giovani erano schierati lungo l’impervio fronte della Grande Guerra, che torniamo a visitare in due film: il recupero di strutture e testimonianze del conflitto, che tornano alla luce a causa del ritiro delle nevi, è documentato in “Punta Linke – La memoria” di Paolo Chiodarelli, e “Stelvio“, crocevia della pace di Alessandro Melazzini, che getta un ponte tra la memoria della Prima guerra mondiale e la popolarità che la località ha conosciuto successivamente. Tra passato e presente del territorio si muovono anche i film: “Heimat Südtirol – Il canonico Michael Gamper” di Renzo Carbonera, che rievoca la figura del sacerdote, nato nel 1885 a Prissiano, simbolo della lotta in difesa della cultura e dei diritti delle minoranze; “Voci e silenzio” di Juliane Biasi-Hendel, che documenta gli ultimi anni di attività del carcere cittadino di Trento e ci invita a visitare la struttura ormai abbandonata guidati da Gaetano Sarrubbo, ex direttore del penitenziario; “M 360° – Cater vari tla val di sonns” di Paolo Vinati, che esplora la varietà e ricchezza delle esperienze musicali in Val Badia, dove bande, cori tradizionali, ma anche gruppi rock giovanili ribadiscono il ruolo sociale, ricreativo e identitario dell’attività musicale; infine “Alpi 2.0 ” di Aurelio Laino, Simona Casonato ed Elena Negriolli, che affronta il dilemma dell’aggiornamento tecnologico dei rifugi di montagna, seguendo il tentativo di un giovane gestore di rendere la sua struttura energeticamente autosufficiente e connessa con il resto del mondo e la tradizione che vorrebbe questi luoghi immuni alla modernità.