Martedì 7 giugno si comincia con Maurizio Fauri, docente di ingegneria all’Università di Trento e grande esperto di questioni e tematiche energetiche, che affronterà quindi il tema centrale del film documentario, le centrali idroelettriche del Trentino, da un punto di vista tecnologico e industriale, illustrando quindi al pubblico presente in sala la portata e l’importanza degli impianti per lo sfruttamento dell’energia idrica presenti sul territorio della provincia di Trento, che sono poi i veri protagonisti del film di Katia Bernardi.
Seconda serata, mercoledì 8 giugno, sempre alle ore 21, in chiave artistica e cinematografica: Gianluigi Bozza, critico cinematografico e selezionatore per il TrentoFilmFestival, parlerà del documentario da un’ottica maggiormente filmica, evidenziando ad esempio il lavoro fatto dalla regista sulle fonti di archivio, con i film d’epoca di Ermanno Olmi, Dino Risi e Angio Zane, che dialogano costantemente con le immagini di oggi.
Terzo e ultimo appuntamento del ciclo giovedì 9 giugno: questa volta Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino, affronterà la storia e l’evoluzione, anche in chiave ambientale, sociale e lavorativo, degli anni ’50, momento chiave nella realizzazione delle centrali idroelettriche in Trentino.
Tre serate per riflettere, discutere e dialogare partendo da un documentario che mescola immagini d’epoca e testimonianze d’oggi, nostalgia e memoria, ambiente e lavoro, in un vero e proprio viaggio per immagini in uno dei capitoli più importanti della storia del Novecento trentino e italiano.
Dopo gli appuntamenti allo Spazio Off, il film verrà proiettato in altre occasioni in diversi luoghi del Trentino, anche come forma di ‘restituzione’ del lavoro di ricerca e documentazione fatto da Katia Bernardi sul tema. In programma ci sono già le serate del 25 giugno a Condino, in valle del Chiese, del 17 luglio a Cimego, a pochi passi da una delle più imponenti centrali idroelettriche della provincia, del 29 luglio a Ponte Arche, e del 6 agosto alla diga di Malga Bissina, in val di Daone.
SINOSSI
Negli anni ’50 le più grandi opere di ingegneria industriale e alcuni dei più famosi registi italiani si incontrano per un appuntamento con la storia in cima alle montagne e lungo i fiumi del Trentino. Sullo sfondo della costruzione dei grandi impianti idroelettrici, gli ‘uomini della luce’, ovvero chi stava creando la monumentale impresa di quelle centrali, diventano protagonisti del lavoro di altri ‘uomini della luce’, i registi e i cineoperatori pronti a immortalare quel momento storico in quei luoghi.
Il film documentario “Gli uomini della luce. Storie di centrali idroelettriche in Trentino” attraversa oltre mezzo secolo di storia insieme ai testimoni che hanno vissuto in prima persona l’impresa umana e ingegneristica della costruzione delle centrali idroelettriche, protagonisti al tempo stesso dei documentari girati all’epoca da registi come Ermanno Olmi, Dino Risi e Angio Zane. Dopo più di cinquant’anni, quei protagonisti tornano oggi tra le dighe e le centrali che hanno contribuito a costruire e sui luoghi stessi delle produzioni cinematografiche lì ambientate e di cui divennero accidentali attori. Le voci di Pierino Mantovani, Franco Giovannini, Catullo Buratti, Antonio Bugna e Giuseppe Buratti si incontrano con il racconto per immagini fatto dai film d’epoca e d’archivio, in un viaggio nella memoria tra energia, lavoro, ambiente e cinema.