¡Viva Kino! Attraverso Deserti senza frontiere tra Messico e Stati Uniti

Cavalcando tra le missioni fondate da un gesuita nel XVII secolo, Maria, giovane istruttrice di Rodeo, scopre le origini della devozione diffusa in tutto il Messico verso padre Kino. Suo padre, Josè Luis, e gli zii da decenni compiono pellegrinaggi a cavallo sulle rotte del padre del deserto; con loro, c’è anche il ranchero scrittore Richard Collins, dell’Arizona. Durante le cavalcate Maria impara a conoscere le missioni fondate da padre Kino, le sue scoperte geografiche, astronomiche, in agraria, il suo essere stato il primo a costruire il sistema del ranch, ma anche fondatore dello stato dell’Arizona e grande apostolo dei Tohono O’Odham, i Pima, il “popolo del deserto”. Si trova immersa nei colori della festa di Magdalena de Kino, tra centinaia e centinaia di “fedeli a cavallo”.
Maria compie anche un viaggio interiore, che la porta a confrontarsi con l’attualità molto dura delle regioni di confine. La vita dei Tohono O’Odham è difficile e l’ipotesi dell’estensione del muro, che taglierebbe in due le loro terre, è incombente. Il deserto percorso dai traffici dei narcos, ha cambiato il volto di una terra dura ma stupenda. Il dramma dei deportati e dei clandestini, che vede infrangersi tante vite umane, è lì davanti a loro. I centri di accoglienza compiono un lavoro sovraumano e sono intitolati a padre Kino, la Kino Border Initiative.

Padre Eusebio Kino (Chini in origine) nacque nel 1645 a Segno, in val di Non. Durante una seria malattia promise a Dio che sarebbe diventato Gesuita in caso di guarigione. Così fu. Il suo desiderio di seguire le orme di Francesco Saverio in Cina e Giappone non fu ascoltato, ma la meta fu altrettanto importante, il Messico. Attraccò a Vera Cruz nel 1681. Fondò le prime missioni nella Bassa California, in Arizona e nello stato di Sonora. Dedicò i suoi sforzi per aiutare i Nativi Pima a migliorare la loro vita quotidiana e spirituale. Era sempre al loro fianco, difendendoli dagli abusi dei conquistatori, insegnò loro l’allevamento del bestiame e nuove forme di coltivazione. Fu anche un esploratore straordinario, geografo, cartografo, astronomo e cow boy. Fu il primo a definire la California come penisola, percorrendola a cavallo e disegnandone i confini. Morì nel 1711 dopo aver viaggiato di sicuro più di 12.800 chilometri cavalcando il suo cavallo tra deserti e terre sconfinate.

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